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Il titolo Stromati (lett. tappezzerie) dice la struttura dell'opera: una miscellanea che raccoglie argomenti diversi. Il filo rosso che li attraversa è il rapporto tra filosofia e Rivelazione; la vera gnosi, per Clemente, è la contemplazione mistica che non deve mai essere separata dalla pratica della giustizia. Muovendosi ininterrottamente tra Bibbia, filosofia, letteratura e storia umana, Clemente compie l'audace tentativo di insediare il cristianesimo nel cuore stesso della cultura e della pratica di vita del mondo antico, indicandolo come una forza di rinnovamento, intellettuale ed etico, capace di trascendere ogni confine di classe, di censo e di genere per guidare ciascun uomo e ciascuna donna sul cammino che conduce alla piena conoscenza (gnosis) del fine ultimo dell'uomo: la contemplazione di Dio nell'amore. Per Clemente non si tratta di rivestire esteriormente il cristianesimo di elementi tratti da una entità fondamentalmente estranea, la cultura greca, ma di comprendere in unità l'esperienza greca, quella ebraica e quella cristiana: concepire la teologia e l'etica cristiana come il sistema della vera filosofia, in cui culmina tutta la storia della rivelazione divina attraverso il Logos. Una comprensione urgente tanto ai tempi di Clemente quanto ai nostri.